Lancia k Coupé 2.0i Turbo 20v aprile 1999

Raffinata e aristocratica coupé d'immagine e alte prestazioni, comoda come un'ammiraglia, ma non irraggiungibile

La Lancia ritornò al suo passato con una quattro posti, o meglio, una cinque posti, a due porte, sinonimo di classe senza tempo. Dalla base dell'ammiraglia degli anno novanta k, non proprio fortunata nonostante la bontà e qualità progettuale, nasceva la sua versione più esclusiva, in grado di far respirare quell'atmosfera da “Cumenda” come le Lancia di una volta. Un settore di nicchi quello delle coupé, ed ancor di più in questa fascia di mercato medio alta. Prestazioni superlative, da vere sportive, ma al tempo stesso un comfort degno della più comoda delle ammiraglie. Non è un caso che a distanza di più di tre lustri tutte e cinque le sfidanti hanno uno charme indiscutibile e trasferiscono al suo conducente un'aurea di eleganza di altri tempi, se portate con distinzione e modo. Coupé capaci di scatenare cavallerie anche importanti, ma che non nascono per i cordoli. La Lancia pareggia la vivacità della svedese, non a caso usano la stessa tecnica motoristica e si pone sempre bene senza lacune sotto gli altri aspetti, tutt'altro, visto che emerge anche per la qualità degli interni. Così in questa sfida si prende meritatamente una seconda piazza. Nulla può dinanzi alla raffinata e leggera Bmw 3 Coupé. Nonostante una cilindrata più alta, pur priva di sovralimentazione, la Bavarese è in grado si sfoderare prestazioni interessantissime ma allo stesso tempo è quella che vanta consumi paragonabili ad una media da famiglia. Non solo tecnica e dati, perché questa due porte di classe germanica sfoggia una linea delicata ma grintosa e dinamica e lussuosi e avvolgenti, nonché ancora attuali interni. La “piccola” 3 si merita il podio più alto in piena solitudine, così come la medaglia di bronzo ad un filo dalla italiana viene assegnata alla nordica Volvo. Prestazioni esaltanti e linea che riesce ad eguagliare lo stile della Bmw, seppur letto in modo completamente differente, appunto secondo i canoni svedesi.

Dove la C70 pecca è senza dubbio il prezzo, risultando la più costosa. Niente male la francese che rimane sempre su di un buonissimo livello senza cadute ma neppure picchi positivi. Nelle sue corde certamente, nonostante il propulsore a più alta cilindrata, non scorrono puledri da corsa ma la linea Pininfarina la presenta come una nobile da portare vivacemente a passeggio più che da strapazzare. Ultima l'altra tedesca, quella si Stoccarda. Una linea un po' pesante, ed oggi lo si legge bene, dopo diversi anni, oltre ad un prezzo come al solito piuttosto salato e prestazioni nella norma ma non per nulla trascendentali.

Tabella con dati per modello 

Tabella con Votazioni e classifica finale