La Fiat Palio è un auto che rimarrà alla storia per essere la prima vettura italiana definibile "World Car" ovvero l'auto per il Mondo. Costruita in 5 nazioni differenti è stata venduta, anzi, è venduta con successo al di fuori dei nostri confini nazionali, in ben 40 paesi senza modifiche.La formula di carrozzeria a 2 volumi proposta sia a 3 che a 5 porte entra nel mercato italiano quasi 3 anni dopo la sua cuginetta più pratica in versione "Weekend", ovvero station wagon.
Il successo di questa 2 volumi non giunge come la familiare, perché è troppo vicina come posizionamento commerciale alla più dotata Punto, eppure le doti non le mancano. Una vettura che finalmente riesce a dare ciò che promette. Se volete l'auto per le feste, ovvio, la Palio non è la Vostra scelta, ma se cercate robustezza e praticità, se della macchina fate un uso come se fosse un mezzo da sbarco, se non avete il timore dei parcheggi notturni in strada, insomma se dall'auto cercate unicamente il mezzo di trasporto inarrestabile e con poca spesa, la Palio è un'ottima scelta.
Linee semplici caratterizzano il design della vettura, ma comunque moderne e classiche allo stesso tempo, forse un po' troppo anonime dato che non è certo l'auto che ti volti a guardare per strada. Questo è stato forse un difetto, specie in un paese, l'Italia, dove dell'esteriorità si fa spesso un punto cardine e l'elemento principe ai fini dell'acquisto. Ma la Palio è un auto da guidare da USARE senza timore di graffi, buche e fanghiglia, non è un auto da ammirare da ferma, non che sia brutta, intendiamoci, ma come abbiamo detto, visivamente senza ne lodi e ne infamia.
Non che la Palio sia da utilizzare come un carro armato, ma è nata in Brasile e concepita per le dure strade locali, che non sono certo dei perfetti circuiti da gara. Sospensioni alte e irrobustite le permettono di essere la compagna ideale per la dura vita dei cantieri, tant'è che anche da noi è diffusissima una simpatica e praticissima versione pick - up autocarro.
Gli interni rispecchiano l'indole e lo spirito della vettura. Pratici, senza fronzoli. Una plancia robusta e dalla finitura più da veicolo commerciale che non da vettura.
Oltre alla qualità non all'altezza della concorrenza, non solo straniera, ma anche di quella nazionale, anche il disegno dell'abitacolo mostra una concezione d'insieme sin troppo semplicistica, al pari appunto della carrozzeria.
Niente fronzoli, appunto.
D'altra parte è da tenere presente che come abbiamo menzionato all'apertura dei articolo, la Palio, non è concepita "esclusivamente" per far breccia al potenziale utilizzatore occidentale, ma deve rispondere ad una esigenza media di tante culture, luoghi e società differenti.
A vederla sembra un'auto uscita a metà anni '80, ma noi non lo vediamo come un difetto, ma come una precisa scelta.
La Palio non è stata coltivata come meritava a nostro avviso. Tant'è che a differenza della sua cugina Weekend, disponibile con più motorizzazioni, qui siamo dinanzi ad una gamma all'atto pratico inesistente. Un unico motore disponibile, un 1.2 a iniezione anche troppo assetato, ma giustificato dal fatto che ha prestazioni sopra la media e inaspettate da una vettura come questa. Infatti il cambio della Palio ha rapporti molto corti per permettere spunti agevoli in situazioni di strade difficili. Ed anche in questo si sente la scelta di sviluppare una vettura adatta al "Mondo". Chissà se una gamma più articolata sarebbe riuscita a far raccogliere maggiori consensi alla robusta compatta made in "Brasile". Di certo dei propulsori a gasolio avrebbero giovato.