FERRARI: "Mondial T Cabriolet"
APERTI ALL'EMOZIONE IN COMPAGNIA
Ferrari già tra la fine degli anni settanta e agli inizi degli anni ottanta aveva una gamma sportiva ben articolata. Si parte dalle piccole e sportivissime “208-308” dedicate ai puristi della guida tutto muscoli e dai costi non troppo proibitivi per raggiungere l’apice della grinta del “Cavallino” con la top car “512BB” e l’esclusività commendatoriale della imponente ed elegante 4 posti “400GT e 412”. Per unire i vertici di questa famiglia serviva un trait d’union sia in termini di grinta che di eleganza. Ecco allora nel 1980 debuttare una berlinetta coupè a quattro posti dalle generose dimensioni ma allo stesso tempo compatta. La tagliente e raffinata “Mondial 8” in grado di ospitare in modo piuttosto confortevole quattro adulti in un ambiente lussuoso.
A spingerla un deciso V8 di 2926 cc. in grado di sprigionare 214 cavalli che divengono nel 1982 240 cavalli per via della distribuzione a quattro valvole per cilindro. La linea a nostro parere raffinata e anche oggi a più di sette lustri chic e senza troppe rughe del tempo è opera di Pininfarina. A dispetto di un freddo benvenuto da parte della clientela verso la coupè la prima cabriolet da famiglia di Maranello suscita apprezzamenti da ogni parte del Mondo. Nel 1982 fa il suo esordio difatti l’inconsueta “Mondial Cabriolet”. Non erano certo molte le vetture a cielo aperto da famiglia capaci di superare i 230 km/h.
Inizialmente fu concepita per il caldo mercato americano, specie quello californiano. Il suo fascino, quello tipico delle scoperte, rapì gli sguardi anche degli europei, italiani in testa. La capote molto lunga quando è in posizione chiusa, riprende le stesse forme della coupè con il montante posteriore ugualmente massiccio e inclinato.
Bella da chiusa ma sublime e speciale con la capotte abbassata, mostra in tal modo tutta la sua pregiata pelle in cuoio tra selleria, plancia e portiere, specie nella tonalità beige. Un appunto viene mosso alla bella quattro posti, ovvero le prestazioni in velocità e scatto non considerate all’altezza della tradizione del marchio. Nel 1985 a tal proposito la cilindrata crebbe di 259 centimetri cubici divenendo la “Mondial Cabriolet 3.2”, ovviamente sempre a 8 cilindri ma a 32 valvole. Ciò le permise di raggiungere la soglia dei 270 cavalli e una punta velocistica massima pari a 250 km/h. La gamma Ferrari si aggiorna e con già ben nove anni sulle spalle la raffinata Gran Turismo da famiglia sia in versione coupé che aperta si adegua al nuovo corso stilistico.
Le modifiche estetiche sono rivolte ai paraurti anteriore e posteriore. Solitamente questo tipo di intervento risulta marginale, mentre su una vettura così ravvicinata al suolo ha un impatto deciso. La vettura appare molto più elegante e ben fatta con gli accoppiamenti più precisi ed un frontale che assume una connotazione di compiutezza formale. I fanali sottostanti ora sono intergrati nel contesto e ben delimitano la griglia radiatore longitudinale cromata presente tra cofano motore e spoiler sottostante. Al pari del retro dove il tutto appare più avvolgente e morbido.
Altri dettagli ne alzano la percezione qualitativa come le impugnature apri porta integrate sulla carrozzeria o gli stessi proiettori dalla portata di luce più ampia, le prese d’aria sulle fiancate dall’aspetto meno fittizio, oltre ai cerchi in lega sempre come da tradizione di quegli anni a stella a cinque punti ma più avvolgenti e meno spigolosi. In occasione del maquillage anche la denominazione viene variata in “Mondial T” in onore alla campionissima “312T” detentrice dei mondiali di Formula 1 nel 1975, 1977 e 1979 che deteneva, come appunto la nostra Mondial la scelta tecnica di avere il cambio trasversale rispetto al propulsore longitudinale. A proposito di motore, cuore di ogni “Cavallino” sempre nella circostanza del restyling 1989 cresce sino ai 3405 cc. Aumentando di altri 30 cavalli la propria scuderia per un totale di 300 cavalli a 7200 giri al minuto. Divengono successivamente 295 in fase di omologazione europea antinquinamento senza nulla perdere in termini di performance con 255 km/h di velocità massima ed uno scatto sullo 0-100 km/h in soli 6,3 secondi. Itautoweb si occupa, come sapete delle vetture italiane dal 1993 ad oggi e la Mondial in tale data aveva già ben tredici anni suonati.
Oggi sarebbero quasi il ciclo di vita di tre vetture ed anche per Maranello, ai tempi odierni non si potrebbe pensare ad un periodi così lungo sul mercato, visti i progressi tecnologici, normativi in termini ambientali e sicurezza e dell’aggressività della concorrenza in tutto il Mondo. Ma la Mondial rimase onorevolmente sui listini ufficiali sino all’autunno del 1994. La vita e gli aggiornamenti della coupé e della cabrio andarono a braccetto ma a dispetto di un prezzo decisamente superiore di quest’ultima, ebbe ancora più successo. Nel 1993 come sino alla fine della propria carriera il prezzo ufficiale di listino recitava 152.900 Lire per la “Mondial T” e 171.940 Lire per la “Mondial T Cabriolet”. Dal 1989, data appunto dell’ultimo make-up sono stati 840 i clienti della chiusa, mentre 1010 per l’aperta. Una classe infatti inconfondibile della cabrio, specie a capottina aperta la faceva ammirare anche dai più distaccati passanti. Una cabriolet dalle dimensioni compatte ma allo stesso tempo non minuta visti i 454 cm di lunghezza per 181 cm di larghezza nel 1989, visto che prima dell’aggiornamento i paraurti più generosi le facevano guadagnare complessivamente altri 4 cm in lunghezza. Se si considera che l’ammiraglia degli anni ottanta – novanta italiana per diritto e status – symbol, ovvero la Lancia Thema misurava 459cm di lunghezza per 176 cm di larghezza, ci accorgiamo di quanto fosse particolare questa sportivissima auto da famiglia dai profumi di spiagge dorate. Non era una cattiva da pista ma una vera GT da portare a passeggio in compagnia delle persone più care apprezzando il rombo del motore sotto il cielo azzurro. Si è dovuto aspettare ben sedici anni per riavere una quattro posti scoperta dalle parti di Maranello.
L’affascinante California di oggi è elegantemente sportiva e quasi ne riprende le dimensioni, anche se è più orientata alla pista e le sue poltroncine posteriori sono veramente minime andando a scavare nell’intimo senso di adattamento dell’essere umano. Bellissima lo è di certo la California e ricorda molto da vicino le Ferrari degli anni sessanta, ma la classe distintiva di una capotte in tela e non in freddo metallo che corre per tutta la parte superiore della linea di cintura non ha eguali. Come la Mondial, forse ancora più affascinante oggi nel 2017 che trenta e più anni.
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Lunghezza: 454 cm / Larghezza: 181 cm
Evoluzione STORICA del Modello
MOTORE |
VERSIONE |
DATA inizio vendite |
PREZZO
in € inizio
vendite |
DATA
fine vendite |
PREZZO
in € fine vendite |
3.4 i V8 32v
295cv |
T Cabriolet |
01 / 93 |
88800 |
10 / 94 |
88826 |
Aggiornamenti nella vita del modello
Aggiornamenti |
DATA inizio vendite |
DATA
fine vendite |
Denominazione
Aggiornamento |
Vita completa |
01 / 93 |
10 / 94 |
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Prestazioni delle varie motorizzazioni
MOTORIZZAZIONE |
Potenza
CV |
Velocità
Km/h |
Acceler.
0/100Km/h insecondi |
Consumo urbano
l/100km |
Consumo
statale
l/100km |
3.4 i V8 32v biturbo |
295 |
255 |
06,3 |
21,4 |
09,5 |
LE PREFERITE DI IERI |
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Quando si presentò al grande pubblico sin dal 1980 la coupé non scaldò i cuori degli appassionati. Poco grintosa e forse troppo anonima per una vettura del cavallino. Ma essere elegantemente discreti non è certo un difetto per nessuno, ma dalle parti di Maranello o sei il massimo oppure non centri l’obiettivo. Due anni dopo la Cabriolet ha ridato slancio e lustro al modello, inizialmente dividendo equamente le richieste, mentre, in seguito all’ultimo restyling del 1989 facendo sbilanciare le preferenze proprio verso la quattro posti con vista sulle nuvole. Nei suoi quattordici anni di carriera totali sono stati tre i propulsori che si sono succeduti, sempre a crescere sia in termini di cilindrata, di tecnologia e soprattutto di potenza. La 3.2 24v da quasi 300 cavalli “Cabriolet T” è senza dubbio quella che fece più breccia, nonostante un prezzo non certo popolare sia rispetto alla concorrenza che anche riguardo alla propria sorella chiusa. Tra le due nel 1993 oscillavano qualcosa come 19 milioni di lire. Praticamente una sciccosa e avventurosa Autobianchi Y10 a trazione integrale o una grintosetta Alfa 33 Imola. Ma vuoi mettere il gusto di una lussuosa capottina abbassata a mostrare la pregiata pelle Connolly ascoltando il sontuoso sottofondo musicale del 8V? |
LE PREFERITE DI OGGI |
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Ciò che si è detto sul suo impatto di venticinque o trent’anni fa si può certamente ribadire per oggi. Tre sviluppi propulsivi, due tipologie di carrozzeria che le affinano ma le differenziano come spirito in modo inequivocabile e ben quattordici anni. Presso autosaloni di prestigio si può trovare una Mondial Coupé in buone condizioni, magari della prima serie con anche un centinaio di migliaia di chilometri sulle spalle a meno di 35.000 euro. Con una spesa non eccessiva si entra nel dorato mondo del Cavallino con una vettura che se non fosse per l’affidabilità del progetto un poco anzianotto, si potrebbe utilizzare tutti i giorni senza attrarre troppi sguardi indiscreti. Per i veri amanti però, gli intenditori che non badano al prezzo, ma solo al puro piacere da collezionisti di oggetti pregiati, si può raddoppiare o triplicare il prezzo. Raggiungendo cifre prossime ai 100 mila euro ci si avvicina alle ultime e più affidabili “Mondial T Cabriolet 3.4” con qualche migliaio di chilometri e abbinamenti cromatici particolari come l’acceso blu o il brillante bianco. Queste dal 1990 in poi sono le più ricercate, specie per la loro miglior cura, robustezza e raffinatezza. Sembra quasi sacrilego disquisire su quale Ferrari è meglio scegliere o evitare, specie per dei comuni padri di famiglia, ma le passioni non hanno barriere di classi sociali o culturali. La differenza in certi ambiti la compie molto il potere di acquisto, ma sognare non costa … ad oggi. |
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