Anno 1907, una multinazionale francese, dopo aver aperto nel 1906 la sede a Napoli, apre un piccolo stabilimento a Portello, (quartiere di Milano), per la fabbricazione e la vendita delle sue piccole bicilindriche. Il successo non giunge, messa poco tempo dopo il liquidazione, alcuni finanzieri lombardi la acquisirino e decisero di iniziare la produzione di autovetture italiane. Era il 1910 quando il primo modello di auto venne là prodotto, con il nome di 24 HP. Nel 1911 la denominazione della società mutò in ALFA, ovvero, l'acronimo di ANONIMA LOMBARDA FABBRICA AUTOMOBILI.
logo Alfa Romeo
Lo stemma cicolare sin dagli albori identificò questa casa automobilistica sportiva con la città di Milano, infatti, troviamo sul lato sinistro la croce rossa del comune di Milano mentre a destra il biscione dei Visconti.
La 24 HP del 1910 fu la prima vettura a portare in dote il celeberrimo stemma. Essa partecipa alla prima edizione della Targa Florio, in Sicilia, con due vetture.
24 HP Torpedo Castagna - 1910
Come accadde a tante altre fabbriche tra il 1915 ed 1918 le linee di produzione furono convertite verso una produzione prettamente bellica. Nel 1918 entra nella ALFA anche l'ingegnere napoletano Romeo per risollevarne i destini.
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Da qui ecco nascere l'Alfa Romeo. L'ingegnere, dopo aver abbandonato il settore aeronautiche, si specializza nel settore automobilistico, utilizzando le copetizioni sportive per dare lustro, immagine e notorietà alle sue autovetture. Infatti, nelle competizioni automobilistiche l'Alfa Romeo ottiene un trionfo dietro l'altro, con piloti del calibro di Ascari e Masetti. Nel 1924 il pilota Alfa Romeo Enzo Ferrari, inizia a collaborare anche alla progettazione delle auto del reparto corse.
Nel 1925 venne presentata la leggendaria 6C 1500, ma la casa madre attraversa una grave crisi finanziarianel momento in cui una crisi finanziaria. Ciò porta ad un nuovo assetto societario che permette, non solo la sopravvivenza della casa Milanese, ma anche la continua notorietà attraverso i suoi successi su pista.
6C
Nel 1934 è l'IRI, azienda di Stato, ad assumere il controllo della casa e purtroppo, poco dopo, la produzione di auto da corsa viene arrestata, ma le vendite aumentarono a tal punto da far aprire un nuovo stabilimento; Pomigliano d'Arco.
Durante la seconda guerra mondiale l'Alfa, riconvertita, in parte, nuovamente alle richieste militari, realizza molti profitti, ma nel 1943 un attacco aereo distrusse lo stabilimento a Napoli.
Terminata la guerra fu aurduo risollevarsi, non solo a causa della forte concorrenza estera, quanto per la ricostruzione degli impianti produttivi. Nel 1948 la Finmeccanica entra nella gestione della casa Milanese con grandi obiettivi.
Giulietta berlina
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Gli anni '50 videro giungere il boom economico e ciò spinse i vertici dell'Alfa a produrre auto sempre di grande fascino ma più accessibili al ceto medio, quella nuova borghesia che copriva sempre più la percentuale della popolazione non solo italiana, ma anche europea. Nel 1960 ebbero inizio i lavori del nuovo stabilimento di Arese, che entrarono in funzione dal 1963.
Giulietta Spider - 1964
Sempre nel 1963 si riaprì lo tsabilimento di Pomigliano d'Arco, dove anni dopo vide la luce la discussa Alfasud. Ma la crisi dell'Alfa Romeo esplose, per cattive gestioni, scelte industriali e di markenting errate, per via specialmente della grave crisi petrolifera.
Alfetta
Fu così che a metà anni '80 la Finmeccanica scelse di cedere l'Alfa Romeo, per intero al gruppo FIAT . Primo modello del nuovo corso l'affascinante ammiraglia firmata Pininfarina: 164, ma siamo già ai tempi di oggi.
164
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